Il corpo dell'animale
Autore: Riccardo Carli Ballola
Il corpo non è dualista rispetto alla mente ma un analogo senza l’antica contrapposizione della carne contro la ragione, entrambi (quasi) fusi in uno, pseudo-calchi, per via dell’uso reciproco (che li tiene uniti nel bene-nel male, a volte alleati, a volte inconcilianti), nessuno dei due ha il primato sull’altro, se non a condizioni contrattuali. Per il resto, esso è il pilastro che agisce a dispetto della nostra volontà, ci tiene a bada e ci orienta, strattonandoci, dandoci – con la sua presenza ingovernabile – la misura del suo primato sui nostri pensieri, l’autonomia quasi assoluta sulle nostre decisioni.
Noi siamo coloro che lo usano, siamo quel “sé” con cui esso entra in contatto senza fondersi mai del tutto con le nostre aspettative, con la sua intransigenza e il non-detto (di ognuno).
Siamo, infine, l’imperfezione – inaccettata – della nostra forma di vita, l’impasto di entrambi, una combinazione.
Poesie che narrano dell’uso utile-dissipativo del corpo alle sollecitazioni della mente – il nemico-alleato che sta nel cranio –, e delle traversie che pesano nell’ombrosa autonomia di questo meccanismo di pelle-carne-sangue-muscoli-ossa, che ci tiene vivi per darci modo di farneticare i nostri semiseri deliri quotidiani.