All'infanzia ritrovata

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Autrice: Eloisa Ticozzi
L’autrice vuole manifestare il suo disappunto per le ingiustizie del mondo, in particolar modo sui bambini e sulle creature fragili. Esseri viventi che sono apparentemente deboli, in realtà puri ed emotivamente profondi. Evoca infatti l’infanzia come età di passaggio e di rito verso una dimensione più adulta e più consapevole, quest’ultima tuttavia scevra da quell’unione sacra con la natura e con gli elementi della terra. L’adolescenza appare come un rito iniziatico verso la crescita, perdendo però la spontaneità e la curiosità tipica dell’infanzia. L’autrice può solamente ritornare indietro nel tempo attraverso la poesia, archetipo primordiale, che le permette di ricongiungersi ai primordi, calarsi nel grembo di Madre Terra. La vita dell’autrice appare così ciclica, e, riacquistando entusiasmo e vitalità, può così continuare ad esistere e a sperare. In particolar modo, rifiuta la violenza in ogni sua forma, sia psicologica che fisica; fa riferimento, seppur indiretto all’attuale condizione geopolitica nel mondo. Il bambino non è subordinato all’adulto, alla morale e alle regole della società, ma è uno spirito libero e saggio, capace di elevarsi sulla brutalità reale che sperimenta. Quindi ogni forma vivente semplice, appare unica e irripetibile perché spontanea, non artefatta.

- Eloisa Ticozzi